Roma: il piano di ospitare 113 rifugiati dalle corna della Siria e dell’Africa con famiglie italiane in cinque città dal 2019 è destinato ad espandersi in tutto il Paese.
L’ONG Refugees Welcome Italia ha affermato che il progetto, denominato «Dall’esperienza al modello: i soggiorni in famiglia come percorso di coordinamento», ringrazia le future collaborazioni con l’ANCI, associazione dei comuni nazionali italiani.
Il progetto è stato lanciato nel 2019 a Roma, Palermo, Barry, Ravenna e Maserati. L’Università della Vergata a Roma ha offerto la sua esperienza e ha permesso ad alcuni rifugiati di lavorare lì come parte del programma.
Sebbene il modello di accoglienza familiare non sia del tutto nuovo in Italia, la versione proposta da RWI presenta elementi innovativi.
Gli organizzatori del progetto spiegano che si basa sul coinvolgimento di cittadini formati e attivi e di gruppi di attivisti locali che agiscono come una «forza comunitaria».
I colloqui con le amministrazioni locali hanno portato alla creazione di un «registro dei soggiorni in famiglia» finanziato dai comuni di Ravenna e Barry e approvato ufficialmente dal comune di Roma, affermano gli organizzatori.
Record “Lo strumento più avanzato in termini di politica di coinvolgimento strutturato dei cittadini attivi nell’accoglienza familiare, nonché nelle altre forme di assistenza e sostegno sociale: uno strumento per aiutare a frammentare la società civile (affidamento familiare, badanti volontari, famiglie solidali ) e una pratica amministrativa chiara e una missione condivisa Costruisce il modello «, ha detto RWI a una conferenza stampa a cui ha partecipato Arab News.
In tre anni, il 90% dei rifugiati ha raggiunto la piena indipendenza finanziaria. 754 famiglie sono state registrate nelle aree di progetto pronte a curare i profughi.
L’Università di Tor Vergata ha sviluppato strumenti per valutare l’impatto sociale del progetto. I risultati del sondaggio mostrano che per ogni euro investito nel programma Host Family sono stati generati 3,01 euro.
«Ci auguriamo che in futuro l’esperienza di soggiorno in famiglia non sia solo una buona pratica da testare a livello locale, ma diventi anche uno strumento di politica e di gestione a livello nazionale», ha affermato Fabiana Musico, Direttore, RWI.
«In questo modo possiamo permettere ai rifugiati che vengono in Italia di trovare un futuro migliore e maggiori opportunità per costruirsi nuove vite qui».
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