L’indagine è in corso dopo che il famoso calcare bianco Scala Tea in Sicilia è stato «disonorato» dalla polvere rossa della rupe turca.
La Scala dei Turchi, o Scalinata dei Turchi, è uno dei siti turistici più visitati d’Italia ed è presente in primo piano nei libri dell’ispettore Montalbano del compianto autore Andrea Camilleri.
La scogliera, che sembra una gigantesca scalinata dalla spiaggia di Realmonte nel sud della Sicilia nel Mediterraneo, è stata distrutta venerdì notte.
Dalle indagini preliminari è emerso che i colpevoli avevano spalmato sulla scogliera una polvere di ossido di ferro rosso, molto facile da rimuovere, come dimostra la parziale rimozione dei segni sul fondo della scogliera in riva al mare. Sabato i volontari del Realmonte hanno iniziato a ripulire i punteggi rimanenti.
“La magnifica marna bianca della magnifica Scala de Turci nell’agrigentino per i visitatori di tutto il mondo è stata spudoratamente distorta”, ha detto il presidente siciliano Nello Musumasi. “Condanniamo coloro che hanno commesso questo atto vile. Questa non è solo una rara bellezza, ma anche un oltraggio all’immagine della nostra isola. Spero che la magistratura individuerà presto i responsabili.
Luigi Patronagio, procuratore generale di Agrizento, ha avviato le indagini e ha ordinato dei test sul materiale utilizzato per trovare le ultime vendite di polvere di polvere rossa nella zona e infine per trovare acquirenti. La polizia sta anche cercando indizi attraverso le immagini della videosorveglianza.
Scala de Turchi è stata candidata per lo status di Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 2019. Tuttavia, la pietra miliare è stata temporaneamente chiusa all’inizio del 2020 e catturata dai pubblici ministeri a seguito di denunce per la sua scarsa sicurezza.
C’è stata un’erosione naturale della scogliera, ma da numerosi turisti, alcuni di loro hanno rubato pezzi di roccia con calcare bianco tenero.
L’inchiesta ha esaminato anche i diritti di Scala dei Turchi, che aveva gareggiato per molti anni tra Ferdinando Sciabara e Realmond மற்றும் e Ferdinando Ciabara, che rivendicava la proprietà di una porzione di costa sulla base di documenti ottocenteschi.
Sciabbarà è stato perseguito per invasione di terreni demaniali e altri reati legati alla protezione del sito. L’estate scorsa gli è stata condannata a pagare una multa di 9.100 euro e la terra gli è stata restituita. Secondo quanto riportato dalla stampa italiana, Chiapra si appresta a vendere parte della sua terra agli enti locali a condizione che le risorse naturali siano stabilite.
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