Amnesty International UK ha aspettato fino a dopo Giornata della memoria dell’Olocausto per pubblicare il suo ultimo rapporto su Israele, che dipende dall’ignorare quella storia e gli sforzi palestinesi per ripeterla.
Aspettatevi che i media siano dappertutto, dal momento che Amnesty sta, per la prima volta, accusa ufficialmente Israele di «apartheid» (unendo Human Rights Watch, che ha fatto lo stesso osceno salto l’anno scorso).
Antisionisti e politici amano usare la parola per diffamare le leggi sulla cittadinanza israeliana e le politiche di sicurezza nazionale, per delegittimare lo stato ebraico identificandolo con il vecchio regime razzista del Sud Africa.
Amnesty ha accusato solo un altro paese delle attuali politiche di apartheid, tra l’altro: il Myanmar, che è regolarmente genocida contro la minoranza Rohingya. Non la Cina, l’Iran o la Siria, che cercano anche di spazzare via le minoranze.
Il rapporto passa in rassegna la storia di Israele dall’indipendenza, indicando una matassa di esempi che presumibilmente dimostrerebbero il canard dello “stato di apartheid”.
Ma ciò che molta storia ignora Amnesty. Appare l’Olocausto solo nel discutere l’offerta di cittadinanza di Israele del 1952 a qualsiasi ebreo che la desiderasse. Menziona «espulsione» – senza notare, ad esempio, gli ebrei che ottengono lo stivale dall’Egitto di Gamal Abdel Nasser.
Yasser Arafat non compare. Menziona Hamas 25 volte, ma nessun dettaglio dei suoi programmi politici e militari che mirano apertamente all’annientamento di Israele. I riferimenti alle “strette” restrizioni dell’Egitto al valico di frontiera di Rafah non spiegano il “perché gli attacchi” – vale a dire, il desiderio di quella nazione di prevenire il terrorismo su entrambi i lati di quel confine. Descrive gli attacchi missilistici indiscriminati del maggio 2021 non provocati contro cittadini israeliani come semplici «ostilità armate [breaking] fuori.»
Manca semplicemente il senso reale che la leadership politica palestinese abbia perseguito a lungo politiche fondate sulla negazione del diritto di Israele di esistere. Inoltre, non tratta mai i palestinesi come se avessero alcun controllo sulle proprie azioni.
La lunga sezione «Raccomandazioni» chiede sanzioni, embarghi sulle armi e altre azioni internazionali contro Israele nel suo insieme. Ma chiede ai palestinesi solo che i loro leader politici “documentino. . . l’impatto discriminatorio del sistema israeliano di apartheid contro la popolazione palestinese” e fermare il coordinamento della sicurezza con Israele.
Niente sul fatto che Hamas abbia abbandonato la sua retorica genocida, per non parlare dei suoi sforzi per realizzarla. O di non impegnarsi in ulteriori attacchi missilistici su obiettivi civili.
È triste vedere un secondo grande gruppo globale per i diritti umani che spinge questa spazzatura, ma Amnesty non offre nulla di nuovo: solo più distorsioni, doppi standard e battibecco.
«Defensor de la cultura pop. Quiero ser un erudito en comida. Experto en alcohol. Evangelista de la web».
More Stories
El tifón Kung-ri se acerca a Taiwán como tormenta de categoría 3
Rusia multa a Google con 20,5 millones de dólares, más que el PIB del mundo
Las inundaciones repentinas en España han matado a decenas y han interrumpido las líneas ferroviarias