Duemila Molti anni fa, la Campania ha prodotto i vini più acclamati in Italia. Mentre i rossi più grandi oggi provengono da altrove (Piemonte, Toscana), alcuni dei migliori bianchi italiani provengono da questa parte meridionale – di questi tempi non si parla molto.
Anche le uve campane sono relativamente oscure e nomi come Fiano de Avelino, Greco de Tufo e Coda de Wolf sono difficili da pronunciare per i non italiani. Ma grazie agli ambiziosi produttori che utilizzano metodi di vinificazione moderni per uve antiche – per non parlare dell’ampio rapporto qualità-prezzo – ora forse questo è il momento migliore per bere i vini bianchi campani.
Dopo averne assaggiate più di una dozzina, è difficile credere che alcune delle uve autoctone della regione siano andate sull’orlo dell’estinzione a metà del secolo scorso. A quei tempi i produttori di vino di tutta Italia si concentravano più sulla produzione di vini su scala che sulla qualità. Antonio Mastroperradino del famoso Giardino Mastroperradino è orgoglioso di aver rinnovato l’interesse per i vitigni autoctoni della regione nel secondo dopoguerra, e la vinificazione della sua famiglia coincise con l’inizio del Rinascimento campano.
Negli ultimi anni il nome di Mastroperradino è un po ‘sbiadito e una scissione in famiglia ha portato da una parte il nome del vino e il nome Mastroperordino e dall’altra il controllo dei vigneti. Nel 1994 l’ultima parte dell’azienda diventa Teredora de Pavlo, che, intitolata a Walter Mastroperordino e alla moglie Dora de Pavlo, diventa una delle cantine più evolute della Campania.
Nello stesso anno, la famiglia Romano, che da tempo vendeva uva a Mastroperordinos, smise di farlo e decise di produrre i propri vini. Insieme all’enologo del Collie di Labio, i Romanos facevano parte di una prima ondata di viticoltori che divennero agricoltori. I loro sforzi furono poi ben accolti: la proprietaria, Clelia Romano, chiamò il torchio italiano La Signora del Piano. Nel 2009 l’influente rivista enogastronomica italiana Campero Rosso Clelia ha nominato Romano Piano il miglior vino bianco d’Italia.
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